Guida al Risarcimento Danni per Errore nella Gestione del Dolore
- Punto Legale Malasanità

- 18 set 2024
- Tempo di lettura: 5 min

Il dolore non è solo un sintomo: è un'esperienza devastante che, se non controllata, diventa una "malattia nella malattia". Compromette la guarigione, annulla la qualità della vita e attacca l'integrità psicofisica della persona.
In Italia, il diritto a non soffrire inutilmente è sancito dalla legge. Eppure, troppi pazienti ancora soffrono a causa di negligenza.
La malasanità nella gestione del dolore ha due facce opposte, entrambe pericolose. Da un lato c'è il sottotrattamento: la negligenza di medici che sottovalutano il dolore e lasciano il paziente in uno stato di sofferenza evitabile. Dall'altro, c'è il sovratrattamento: l'imperizia di prescrivere farmaci, come gli oppioidi, in modo inappropriato, causando dipendenza o gravi effetti collaterali.
Se tu o un tuo familiare avete subito un danno a causa di una terapia del dolore errata in una struttura di Roma o del Lazio, questa guida vi aiuterà a capire i vostri diritti.
Il Diritto a Non Soffrire: La Legge 38/2010 e la Responsabilità Medica
In Italia, la Legge n. 38 del 15 marzo 2010 è un pilastro della nostra civiltà giuridica e medica. Questa norma sancisce il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore.
Questo significa che l'ospedale (pubblico o privato, a Roma, Latina, Frosinone, Viterbo o Rieti) e il singolo medico hanno l'obbligo giuridico di:
1. Misurare e registrare il dolore del paziente (come si fa con la febbre o la pressione).
2. Mettere in atto una terapia antalgica adeguata e basata sulle linee guida.
3. Monitorare l'efficacia della terapia e modificarla se non funziona.
Non farlo non è una "dimenticanza": è una chiara negligenza medica.
Errore di Sotto trattamento: Quando il Paziente Soffre Inutilmente
È la forma più comune di errore. Si verifica quando il dolore del paziente viene ignorato, minimizzato o trattato con farmaci inadeguati (la cosiddetta "oppiofobia", ovvero la paura ingiustificata di usare farmaci efficaci).
1. Il Dolore Post-Operatorio (Negligenza Grave)
Soffrire molto dopo un intervento chirurgico non è normale. È un segnale di malasanità. Un dolore post-operatorio acuto e non gestito non è solo "scomodo", ma è una causa diretta di complicazioni:
● Ritardo nella Mobilizzazione: Il paziente non si alza dal letto per il dolore, aumentando il rischio di trombosi venosa profonda.
● Difficoltà Respiratorie: Il dolore impedisce di tossire o respirare profondamente, aumentando il rischio di polmoniti.
● Stress Fisico: Il dolore acuto stressa l'organismo (cuore, pressione) e ritarda la guarigione della ferita.Se un ritardo nel recupero è legato a una cattiva gestione del dolore, c'è pieno diritto al risarcimento per il danno subito.
2. Il Dolore Acuto (Pronto Soccorso)
Questo errore si sovrappone spesso a un errore diagnostico [Link Inbound]. Un paziente arriva al Pronto Soccorso di un ospedale romano con un dolore acuto, che viene etichettato superficialmente come "ansia" o "stress" e liquidato con un antidolorifico blando.
In realtà, quel dolore era il segnale di un infarto, di un ictus o di un'emorragia interna. La sottovalutazione del sintomo "dolore" ha causato un ritardo fatale nella diagnosi.
3. Il Dolore nelle Cure Palliative e Oncologiche
Come abbiamo approfondito nella nostra guida sulle cure palliative non fornire un'adeguata terapia del dolore a un malato terminale o oncologico è una violazione non solo della Legge 38, ma della dignità umana.
Errore di Sovratrattamento: Quando la Cura Causa il Danno
L'errore opposto è altrettanto grave e deriva dall'imperizia. Si verifica quando un medico prescrive farmaci potenti, tipicamente oppioidi, in modo inappropriato.
1. Errore nella Prescrizione di Oppioidi (Imperizia)
L'errore si configura quando il medico:
● Prescrive oppioidi per un dolore per cui non sono indicati (es. dolore cronico non oncologico) senza aver provato prima altre terapie.
● Non definisce un piano terapeutico chiaro (dosaggio, durata, scalaggio).
● Non monitora il paziente per valutare l'efficacia e gli effetti collaterali.
2. Il Danno da Dipendenza Iatrogena
Un paziente che si affida a un medico per un dolore cronico (es. mal di schiena) e si ritrova, mesi dopo, con una dipendenza da farmaci che non riesce a interrompere, ha subito un danno iatrogeno (cioè un danno causato dalla cura). Questa dipendenza è un danno biologico e morale che deve essere risarcito.
3. L'Overdose da Antidolorifici
Nei casi più gravi, un errore di dosaggio, una tragica interazione tra farmaci diversi o un mancato monitoraggio in ospedale possono portare a un'overdose da antidolorifici, causando depressione respiratoria, danno cerebrale anossico o l'esito fatale.

La Procedura per Ottenere un Risarcimento nel Lazio
Dimostrare un errore nella gestione del dolore richiede un'analisi tecnica precisa della documentazione clinica.
Fase 1: La Cartella Clinica e la Scheda Terapeutica (PAI)
Il primo passo è acquisire la cartella clinica completa della struttura sanitaria (ospedale, clinica, RSA nel Lazio). I documenti cruciali sono:
● La Scheda Unica di Terapia (SUT): Verifica quali farmaci sono stati prescritti.
● Il Diario Infermieristico: È fondamentale. Qui si trova la registrazione del dolore (spesso con la scala numerica da 0 a 10) e la somministrazione di farmaci "al bisogno". Se il diario riporta "paziente sofferente" per ore senza che la terapia venga adeguata, abbiamo la prova della negligenza.
● Il Piano Assistenziale Individualizzato (PAI): Obbligatorio per il dolore cronico, definisce gli obiettivi. La sua assenza è già un indizio di negligenza.
Fase 2: La Perizia dello Specialista in Terapia Antalgica
Non basta un medico legale generico. Per un caso così specifico, il nostro network si avvale di specialisti in Terapia del Dolore (Algologi). Saranno loro, affiancando il medico legale, a certificare che la gestione del dolore ha violato le linee guida nazionali e la Legge 38/2010.
Fase 3: L'Azione Legale (Mediazione e Tribunale)
Con una perizia solida, si avvia la richiesta di risarcimento, prima con il tentativo di mediazione obbligatoria e, se necessario, presso il Tribunale competente (es. Tribunale di Roma), per ottenere il giusto ristoro per la "sofferenza evitabile" e per tutti i danni (biologici e morali) che ne sono conseguiti.
Domande Frequenti (FAQ) su Malasanità e Gestione del Dolore
Dopo l'intervento ho sofferto molto e il recupero è stato lento. È malasanità?
Sì, se il dolore non è stato gestito secondo i protocolli e questo ha causato un ritardo oggettivo nel recupero (es. allettamento prolungato, riabilitazione ritardata). Il dolore post-operatorio deve essere controllato.
Il medico mi ha prescritto oppioidi per il mal di schiena e ora ho problemi di dipendenza. È colpa sua?
È molto probabile. Se il medico ha prescritto questi farmaci senza un piano terapeutico adeguato, senza monitorare gli effetti e senza informarti dei rischi, ha agito con imperizia ed è responsabile del danno da dipendenza (danno iatrogeno) che hai subito.
La Legge 38/2010 cosa dice esattamente?
Sancisce il diritto di ogni paziente ad accedere a cure palliative e a una terapia del dolore efficace. Obbliga tutte le strutture sanitarie del Servizio Sanitario Nazionale (quindi anche gli ospedali del Lazio) a organizzarsi per fornire queste cure, misurando e trattando il dolore come un parametro vitale.
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Il dolore non va sopportato: va trattato. Se hai subito un danno perché il tuo dolore è stato ignorato o trattato in modo errato, hai il diritto di chiedere giustizia.
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Il presente articolo ha carattere puramente informativo e non costituisce parere legale. Per una valutazione specifica del tuo caso, è necessario un consulto con un professionista qualificato.

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